Edificio per abitazioni, uffici e negozi (1955-1956), piazza della Repubblica 12, Milano
Collaborazione: ing. arch. Gino Brunelli
Collaborazione: ing. arch. Gino Brunelli
L'edificio, progettato e costruito nel 1955, sorge in un'area di notevole interesse per l'architettura moderna del Novecento. La ragguardevole ampiezza dello slargo nato come piazza Fiume – oggi piazza della Repubblica – trae origine dalla presenza della prima Stazione Centrale di Milano (1857-1864) progettata dall'architetto Louis-Jules Bouchot: l'edificio fu demolito a seguito della decisione di costruire l'attuale nuova Stazione Ferroviaria (1912-1931) ad opera di Ulisse Stacchini, collocata poco distante al termine del cannocchiale prospettico di via Vittor Pisani. Il grande vuoto urbano che si originò da queste vicende, in virtù della sua stessa morfologia, agevolò la sostituzione degli edifici tradizionali preesistenti con nuove architetture dotate di maggior sviluppo in altezza, configurando questa parte di città come un laboratorio delle sperimentazioni moderne a partire dagli anni Trenta fino agli anni Sessanta, quando la cortina edilizia che circonda la grande piazza assume grossomodo l'aspetto attuale. Il progetto di Gigi Gho' si colloca all'interno dell'ultima fase di queste vicende urbane.
L'edificio è una torre a pianta quadrata alta tredici piani fuori terra e posta sull'angolo a margine dell'antico tracciato dei bastioni spagnoli. A livello terra vengono collocati i negozi, le cui vetrine sono rivolte su viale Vittorio Veneto; il piano superiore è destinato ad uffici, mentre procedendo in altezza si trovano gli appartamenti, il cui accesso avviene da piazza della Repubblica al civico n.12, traguardando un piccolo giardino antistante l'edificio. Ciascun piano, ad eccezione dell'attico su doppio livello, ospita un unico alloggio: i locali di servizio sono rivolti verso il cortile interno e le zone padronali possono vantare scenografici affacci sulla città e sul vicino parco ottocentesco dei Giardini Pubblici: la presenza del verde ha suggerito a Gho' la realizzazione dei caratteristici balconi a pianta trapezoidale, definiti come “un osservatorio a 270 gradi” sulla città, la cui peculiare forma consente di massimizzarne la superficie calpestabile rispetto alla distribuzione dei carichi sulla struttura. Dal punto di vista formale l'edificio appare connotato da un sobrio linguaggio moderno, definito dall'alternanza tra le fasce delle finestre a tutt'altezza e dei balconi la cui verticalità viene esaltata dalla presenza di eleganti montanti metallici.
Una versione preliminare del progetto prevedeva la costruzione lungo viale Vittorio Veneto di un ulteriore corpo edilizio che, addossato al volume della torre e dotato di minor sviluppo in altezza, avrebbe dovuto ospitare l'Albergo “Terminus”.
L'edificio è una torre a pianta quadrata alta tredici piani fuori terra e posta sull'angolo a margine dell'antico tracciato dei bastioni spagnoli. A livello terra vengono collocati i negozi, le cui vetrine sono rivolte su viale Vittorio Veneto; il piano superiore è destinato ad uffici, mentre procedendo in altezza si trovano gli appartamenti, il cui accesso avviene da piazza della Repubblica al civico n.12, traguardando un piccolo giardino antistante l'edificio. Ciascun piano, ad eccezione dell'attico su doppio livello, ospita un unico alloggio: i locali di servizio sono rivolti verso il cortile interno e le zone padronali possono vantare scenografici affacci sulla città e sul vicino parco ottocentesco dei Giardini Pubblici: la presenza del verde ha suggerito a Gho' la realizzazione dei caratteristici balconi a pianta trapezoidale, definiti come “un osservatorio a 270 gradi” sulla città, la cui peculiare forma consente di massimizzarne la superficie calpestabile rispetto alla distribuzione dei carichi sulla struttura. Dal punto di vista formale l'edificio appare connotato da un sobrio linguaggio moderno, definito dall'alternanza tra le fasce delle finestre a tutt'altezza e dei balconi la cui verticalità viene esaltata dalla presenza di eleganti montanti metallici.
Una versione preliminare del progetto prevedeva la costruzione lungo viale Vittorio Veneto di un ulteriore corpo edilizio che, addossato al volume della torre e dotato di minor sviluppo in altezza, avrebbe dovuto ospitare l'Albergo “Terminus”.
Bibliografia relativa all'opera:
“Costruzioni”, n.29, 1956
AA.VV., Milano oggi / Milan today, Edizioni Milano Moderna, Milano 1957, p.92
Fulvio Irace, Milano Moderna. Architettura e città nell'epoca della ricostruzione, Federico Motta, Milano 1996, pp. 64, 94-97
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.34-37
Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Hoepli, Milano 2001, p.282
Maria Vittoria Capitanucci, Il professionismo colto nel dopoguerra, Abitare, Milano 2012, pp.54-57
Karl Kolbitz (a cura di), Entryways of Milan / Ingressi di Milano, Taschen, Berlin 2017, pp.148-149
Pietro Ricca, Alessandra Testa, Eleonora Zorzi, Milano. Architettura e paesaggio 1920-2016, Supernova 2017, p.181
“Costruzioni”, n.29, 1956
AA.VV., Milano oggi / Milan today, Edizioni Milano Moderna, Milano 1957, p.92
Fulvio Irace, Milano Moderna. Architettura e città nell'epoca della ricostruzione, Federico Motta, Milano 1996, pp. 64, 94-97
Jolanda Ventura (a cura di), Gigi Gho': progetti e architetture 1950-1995, [s.e.], 1997, pp.34-37
Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Hoepli, Milano 2001, p.282
Maria Vittoria Capitanucci, Il professionismo colto nel dopoguerra, Abitare, Milano 2012, pp.54-57
Karl Kolbitz (a cura di), Entryways of Milan / Ingressi di Milano, Taschen, Berlin 2017, pp.148-149
Pietro Ricca, Alessandra Testa, Eleonora Zorzi, Milano. Architettura e paesaggio 1920-2016, Supernova 2017, p.181
Disegni di progetto e foto storiche |
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